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Think!

Origine & artigianato

Nella Innviertel, a ovest dell’Alta Austria, dove il Massiccio Boemo si estende collinoso e boscoso fino al confine bavarese, lì c’è la Sauwald. In questo luogo, l'artigianato delle calzature ha un lunga tradizione e lo stesso vale per Kopfing im Innkreis, dove Martin Koller, figlio di una dinastia di calzolai bicentenaria, non si capacitava del fatto che “le scarpe per la salute del piede fossero così spaventosamente antiestetiche”.

L’intenzione di voler cambiare questa tendenza e creare scarpe particolari, ecologiche e dalla vestibilità perfetta non gli ha dato più tregua. E nel 1990, la prima scarpa Think! lascia l’officina di Martin Koller.

Oggi a Kopfing ci sono le fonti d’ispirazione e i centri di pensiero della nostra azienda. Le scarpe vengono realizzate dalle migliori artigiane e i migliori artigiani della pelle, esclusivamente nelle nostre aziende partner di lunga data in Bosnia, Italia, Ungheria e Romania. Sono necessarie fino a 200 fasi di produzione (quasi tutte manuali) per ottenere una scarpa Think! fatta con passione, pelle e altri materiali naturali. Le nostre scarpe sono fatte a mano secondo la tradizione e soddisfano gli standard più alti. Le scarpe Think! fanno bene ai piedi e sono fatte a mano.

Intervistiamo Martin Koller

Di idee straordinarie, piccoli momenti di felicità e una vita senza congiuntivi.

Chi c’è dietro Think!? Come ragiona il fondatore del marchio, cos’è importante per lui e con che consapevolezza va al lavoro ogni giorno?

Abbiamo incontrato Martin Koller, che ci ha risposto e ci ha rivelato cos’è per lui l’ispirazione, perché fa il suo lavoro come lo fa, quali scarpe indossa nella sua vita di tutti i giorni e cosa c’entrano gli indiani in tutto questo.

Chi è e da dove viene?

Nessuno qui mi conosce (ride).

Ho sempre evitato di espormi pubblicamente, per questo l’azienda si chiama Think! e non Martin Koller Shoes. Non sono una star, sono solo il fondatore del marchio Think!. L’azienda l’ho pure ereditata dai miei genitori.

Qual è la sua idea?

L’idea all’origine di Think! è nata alla fine degli anni ‘80, inizio anni ‘90, con la domanda: perché le scarpe comode devono essere brutte? Ci sono sempre stati solo due tipi di scarpe: belle e per lo più scomode oppure brutte e comode. Le scarpe comode sono sempre state brutte. Grigie, beige, le classiche scarpe da gattara che dà da mangiare ai piccioni al parco.

Già io per me ho sempre voluto scarpe comode che però fossero anche un po’ più carine rispetto allo standard che c’era. Le mode che vanno e vengono non mi hanno mai interessato, ho sempre voluto qualcosa di unico, strambo, originale. Poi Think! per principio si è sempre schierata contro l’utilizzo di sostanze nocive, abbracciando la sostenibilità, ha sviluppato una sua calligrafia, per non parlare dei piccoli dettagli straordinari.

Ha un mantra?

Non ho mantra da appendere alla parete ma mi piace la frase: “L’amore non è una sensazione, l’amore è una scelta”. Vale per tutti i campi della vita, è molto significativa. Pensandoci, mi piace fare riflessioni filosofiche durante le mie giornate.

“L’amore non è una sensazione, l’amore è una scelta”

È ambizioso?

La mia energia confluisce tutta sulle mie pretese verso i miei prodotti. Non posso finire una collezione solo perché ho una scadenza e quindi “lascio perdere”. Lavoro fino all’ultimo secondo perché voglio dire: ho dato tutto per soddisfare le mie pretese. Non voglio darmi l’impressione che sia stato facile.

C’è qualcosa di cui va particolarmente orgoglioso?

Non mi piace la parola “orgoglioso”. Di solito sono allegro, felice, grato. Posso essere orgoglioso solo per quelle cose che riesco a fare completamente da solo, senza alcun aiuto o fortunate coincidenze. Ma non credo ci sia stato mai qualcosa che abbia fatto senza stimoli e supporto dall’esterno. La cosa giusta al momento giusto è sempre accaduta con le persone giuste. Se non avessi avuto l’azienda dei miei genitori, la proroga del prestito che ebbi allora dalla mia banca e senza i miei collaboratori e fornitori non sarei qui dove sono oggi. Think! è il frutto del lavoro di un team, non di un solo uomo.

C’è qualcosa che farebbe diversamente se potesse?

Guardando indietro non cambierei niente. Certo potrei smettere quando voglio, anche domani, ma la domanda è: lo voglio? Non ha senso parlare dei se e dei ma. La vita è adesso. Non c’è niente di cui mi pento. Per me ha sempre funzionato. Rifarei le cose esattamente come le ho fatte.

La vita è adesso.

Qual è la cosa più importante del suo lavoro?

Domanda difficile. So qual è la cosa più bella ma non qual è la cosa più importante. La più bella è quando una cosa funziona proprio come te lo eri immaginato, quando riesco a concretizzare le mie idee in tutto e per tutto. In testa ho l’idea di base, il materiale, il colore di una scarpa. E quando esce esattamente così come la volevo, quando la fantasia diventa realtà, quando una scarpa sta bene al piede e non solo nella scarpiera, tutto questo è impagabile. Quel momento speciale in cui dico: sì, è una scarpa figa.

Per ottenere un buon risultato bisogna provare e riprovare e ricambiare.

Dove trova l’ispirazione?

Credo che bisogna interessarsi a tante cose, solo così puoi trovare l’ispirazione. Devi essere aperto. Se ti interessa qualcosa nella vita, approfondiscila. A me interessa l’arte, l’architettura, l’arredamento d’interni, leggo i giornali più strani.

È l’ispirazione che trova me. Vedo qualcosa e penso: “Wow, figo”. Mi dò molto da fare. Gioco con le idee, sulla mia scrivania sembra sia esplosa una bomba, penso a qualcosa poi la abbandono, è così che mi vengono le idee su cosa posso fare. Non ci sono posti magici, nessuna stanza sterile dell’ispirazione.

Per ottenere un buon risultato bisogna provare e riprovare e ricambiare. Come si fanno 10 scarpe fantastiche? Ti servono 100 idee fantastiche e poi devi cestinarne 90.

Quante paia di scarpe possiede?

Cinque paia identiche. Tutte nere. Poi un paio di sneaker, un paio di scarpe da montagna e le ciabatte per stare in giardino. Mi occupo tutto il giorno di moda e colori, discuto con il mio team per mezz’ora sulle varie tonalità di blu, ma nella mia sfera privata mi piace avere la massima semplicità.

Cosa significa per lei qualità?

È difficilissimo definire la qualità. Molti definiscono la qualità con la durata. È ovvio che una scarpa debba durare. Ma la robustezza non è neanche l’unica caratteristica. Sicuramente delle scarpe eleganti in pelle scamosciata non sono propriamente adatte per andare a raccogliere i funghi in mezzo all’umidità del bosco. Una camicia di cotone scadente del discount è più resistente di una camicia in pura seta. Ma per questo ha una qualità migliore? C’è questa definizione di “aspetto pregiato”: che dovrebbe significare? Una cosa o è pregiata o lo sembra. Qui da Think! foderiamo le nostre scarpe con la pelle anche dove non si vede. Per me qualità significa non scendere a compromessi.

Per questo cerchiamo di produrre la scarpa migliore secondo i nostri criteri. Certo non potrà essere speciale per tutti. Forse non starà bene al piede. Non esiste la migliore scarpa del mondo.

Per me qualità significa non scendere a compromessi.

Che significa per lei sostenibilità?

Sostenibilità è: comprati meno scarpe. Buttane di meno. Suona radicale, lo so, ma credo che dovremmo proprio allontanarci dal consumo veloce. Come azienda facciamo attenzione ai materiali e ai processi che usiamo. La sostenibilità è più che una coscienza pulita, è un atteggiamento.

Qual è la sua occupazione preferita?

Professionalmente, fare scarpe. Privatamente, viaggiare e scoprire nuove cose.

Da dove vengono i nomi delle scarpe Think!?

20 anni fa erano i nomi di tribù indiane, poi i nomi di spezie, finché non sono esauriti, dopodiché siamo passati all’opera e alle espressioni dialettali. Non c’è un sistema, sono nati spontaneamente.

Perché Think! si chiama Think!?

Quando abbiamo cominciato con questo marchio, sostanzialmente ero un ragazzino che non aveva mai lavorato in agenzia ma si era occupato sempre e solo di fare scarpe. Avevo 23 anni quando ho dovuto procurarmi il materiale pubblicitario per fondare il marchio e quindi anche un nome. La scadenza per la consegna della stampa era proprio nel mezzo del casino del processo di produzione. Mentre discutevamo di fili ecologici, della pelle giusta o dell’uso del feltro al posto dei tessuti sintetici, avevamo la radio in sottofondo. Phil Collins: “Oh think twice, it's another day for you and me in paradise”. Era lui, avevamo il nome. Think!

Le scarpe Think! sono scarpe di lusso?

Bella domanda! Per molte persone sì. Ma cos’è il lusso? So che le nostre scarpe non sono economiche. Ma non siamo un brand di lusso. Voglio che le nostre scarpe abbiano un buon prezzo, per il quale ci sia in cambio un valore.

Non sono un artista ma mi vedo come un artigiano creativo che fa scarpe per persone vere.

Quanto tempo occorre per sviluppare una scarpa Think!?

Una scarpa completamente nuova? O una nuova versione di un modello che c’è già? La forma è la cosa essenziale, i tempi di produzione sono tecnicamente molto lunghi. Lo sviluppo di una scarpa, dalle prime idee ai prototipi, necessita di minimo 6-8 settimane.

Per questo deve quadrare tutto. Non sono un artista ma mi vedo come un artigiano creativo che fa scarpe per persone vere.

E quanto dura una scarpa Think!?

Dipende da come la tratti, dallo spessore della suola e dall’uso che ne fai (c’è chi le strascina le scarpe, ad esempio), sicuramente più della media. Discorso a parte per le scarpe professionali con tallonetta in acciaio.

Quali sono i momenti più sfidanti della sua giornata?

Le sfide creative mi mantengono in vita, mi piace la pressione delle scadenze. Sono per lo più i banali “pasticci di tutti i giorni” (consegne sbagliate, porte lasciate aperte, luce non spenta) che sfidano i miei nervi.

E i momenti più belli?

Quando le cose che ti eri creato nella tua fantasia funzionano, quelle cose che esistevano solo nella tua testa e un giorno sono reali, lì davanti a te. Questo “così lo volevo e così è” è il momento più bello di tutti.

 

 

Origine & artigianato

Nella Innviertel, a ovest dell’Alta Austria, dove il Massiccio Boemo si estende collinoso e boscoso fino al confine bavarese, lì c’è la Sauwald. In questo luogo, l'artigianato delle calzature ha un lunga tradizione e lo stesso vale per Kopfing im Innkreis, dove Martin Koller, figlio di una dinastia di calzolai bicentenaria, non si capacitava del fatto che “le scarpe per la salute del piede fossero così spaventosamente antiestetiche”.

L’intenzione di voler cambiare questa tendenza e creare scarpe particolari, ecologiche e dalla vestibilità perfetta non gli ha dato più tregua. E nel 1990, la prima scarpa Think! lascia l’officina di Martin Koller.

Oggi a Kopfing ci sono le fonti d’ispirazione e i centri di pensiero della nostra azienda. Le scarpe vengono realizzate dalle migliori artigiane e i migliori artigiani della pelle, esclusivamente nelle nostre aziende partner di lunga data in Bosnia, Italia, Ungheria e Romania. Sono necessarie fino a 200 fasi di produzione (quasi tutte manuali) per ottenere una scarpa Think! fatta con passione, pelle e altri materiali naturali. Le nostre scarpe sono fatte a mano secondo la tradizione e soddisfano gli standard più alti. Le scarpe Think! fanno bene ai piedi e sono fatte a mano.

Intervistiamo Martin Koller

Di idee straordinarie, piccoli momenti di felicità e una vita senza congiuntivi.

Chi c’è dietro Think!? Come ragiona il fondatore del marchio, cos’è importante per lui e con che consapevolezza va al lavoro ogni giorno?

Abbiamo incontrato Martin Koller, che ci ha risposto e ci ha rivelato cos’è per lui l’ispirazione, perché fa il suo lavoro come lo fa, quali scarpe indossa nella sua vita di tutti i giorni e cosa c’entrano gli indiani in tutto questo.

Chi è e da dove viene?

Nessuno qui mi conosce (ride).

Ho sempre evitato di espormi pubblicamente, per questo l’azienda si chiama Think! e non Martin Koller Shoes. Non sono una star, sono solo il fondatore del marchio Think!. L’azienda l’ho pure ereditata dai miei genitori.

Qual è la sua idea?

L’idea all’origine di Think! è nata alla fine degli anni ‘80, inizio anni ‘90, con la domanda: perché le scarpe comode devono essere brutte? Ci sono sempre stati solo due tipi di scarpe: belle e per lo più scomode oppure brutte e comode. Le scarpe comode sono sempre state brutte. Grigie, beige, le classiche scarpe da gattara che dà da mangiare ai piccioni al parco.

Già io per me ho sempre voluto scarpe comode che però fossero anche un po’ più carine rispetto allo standard che c’era. Le mode che vanno e vengono non mi hanno mai interessato, ho sempre voluto qualcosa di unico, strambo, originale. Poi Think! per principio si è sempre schierata contro l’utilizzo di sostanze nocive, abbracciando la sostenibilità, ha sviluppato una sua calligrafia, per non parlare dei piccoli dettagli straordinari.

Ha un mantra?

Non ho mantra da appendere alla parete ma mi piace la frase: “L’amore non è una sensazione, l’amore è una scelta”. Vale per tutti i campi della vita, è molto significativa. Pensandoci, mi piace fare riflessioni filosofiche durante le mie giornate.

“L’amore non è una sensazione, l’amore è una scelta”

È ambizioso?

La mia energia confluisce tutta sulle mie pretese verso i miei prodotti. Non posso finire una collezione solo perché ho una scadenza e quindi “lascio perdere”. Lavoro fino all’ultimo secondo perché voglio dire: ho dato tutto per soddisfare le mie pretese. Non voglio darmi l’impressione che sia stato facile.

C’è qualcosa di cui va particolarmente orgoglioso?

Non mi piace la parola “orgoglioso”. Di solito sono allegro, felice, grato. Posso essere orgoglioso solo per quelle cose che riesco a fare completamente da solo, senza alcun aiuto o fortunate coincidenze. Ma non credo ci sia stato mai qualcosa che abbia fatto senza stimoli e supporto dall’esterno. La cosa giusta al momento giusto è sempre accaduta con le persone giuste. Se non avessi avuto l’azienda dei miei genitori, la proroga del prestito che ebbi allora dalla mia banca e senza i miei collaboratori e fornitori non sarei qui dove sono oggi. Think! è il frutto del lavoro di un team, non di un solo uomo.

C’è qualcosa che farebbe diversamente se potesse?

Guardando indietro non cambierei niente. Certo potrei smettere quando voglio, anche domani, ma la domanda è: lo voglio? Non ha senso parlare dei se e dei ma. La vita è adesso. Non c’è niente di cui mi pento. Per me ha sempre funzionato. Rifarei le cose esattamente come le ho fatte.

La vita è adesso.

Qual è la cosa più importante del suo lavoro?

Domanda difficile. So qual è la cosa più bella ma non qual è la cosa più importante. La più bella è quando una cosa funziona proprio come te lo eri immaginato, quando riesco a concretizzare le mie idee in tutto e per tutto. In testa ho l’idea di base, il materiale, il colore di una scarpa. E quando esce esattamente così come la volevo, quando la fantasia diventa realtà, quando una scarpa sta bene al piede e non solo nella scarpiera, tutto questo è impagabile. Quel momento speciale in cui dico: sì, è una scarpa figa.

Per ottenere un buon risultato bisogna provare e riprovare e ricambiare.

Dove trova l’ispirazione?

Credo che bisogna interessarsi a tante cose, solo così puoi trovare l’ispirazione. Devi essere aperto. Se ti interessa qualcosa nella vita, approfondiscila. A me interessa l’arte, l’architettura, l’arredamento d’interni, leggo i giornali più strani.

È l’ispirazione che trova me. Vedo qualcosa e penso: “Wow, figo”. Mi dò molto da fare. Gioco con le idee, sulla mia scrivania sembra sia esplosa una bomba, penso a qualcosa poi la abbandono, è così che mi vengono le idee su cosa posso fare. Non ci sono posti magici, nessuna stanza sterile dell’ispirazione.

Per ottenere un buon risultato bisogna provare e riprovare e ricambiare. Come si fanno 10 scarpe fantastiche? Ti servono 100 idee fantastiche e poi devi cestinarne 90.

Quante paia di scarpe possiede?

Cinque paia identiche. Tutte nere. Poi un paio di sneaker, un paio di scarpe da montagna e le ciabatte per stare in giardino. Mi occupo tutto il giorno di moda e colori, discuto con il mio team per mezz’ora sulle varie tonalità di blu, ma nella mia sfera privata mi piace avere la massima semplicità.

Cosa significa per lei qualità?

È difficilissimo definire la qualità. Molti definiscono la qualità con la durata. È ovvio che una scarpa debba durare. Ma la robustezza non è neanche l’unica caratteristica. Sicuramente delle scarpe eleganti in pelle scamosciata non sono propriamente adatte per andare a raccogliere i funghi in mezzo all’umidità del bosco. Una camicia di cotone scadente del discount è più resistente di una camicia in pura seta. Ma per questo ha una qualità migliore? C’è questa definizione di “aspetto pregiato”: che dovrebbe significare? Una cosa o è pregiata o lo sembra. Qui da Think! foderiamo le nostre scarpe con la pelle anche dove non si vede. Per me qualità significa non scendere a compromessi.

Per questo cerchiamo di produrre la scarpa migliore secondo i nostri criteri. Certo non potrà essere speciale per tutti. Forse non starà bene al piede. Non esiste la migliore scarpa del mondo.

Per me qualità significa non scendere a compromessi.

Che significa per lei sostenibilità?

Sostenibilità è: comprati meno scarpe. Buttane di meno. Suona radicale, lo so, ma credo che dovremmo proprio allontanarci dal consumo veloce. Come azienda facciamo attenzione ai materiali e ai processi che usiamo. La sostenibilità è più che una coscienza pulita, è un atteggiamento.

Qual è la sua occupazione preferita?

Professionalmente, fare scarpe. Privatamente, viaggiare e scoprire nuove cose.

Da dove vengono i nomi delle scarpe Think!?

20 anni fa erano i nomi di tribù indiane, poi i nomi di spezie, finché non sono esauriti, dopodiché siamo passati all’opera e alle espressioni dialettali. Non c’è un sistema, sono nati spontaneamente.

Perché Think! si chiama Think!?

Quando abbiamo cominciato con questo marchio, sostanzialmente ero un ragazzino che non aveva mai lavorato in agenzia ma si era occupato sempre e solo di fare scarpe. Avevo 23 anni quando ho dovuto procurarmi il materiale pubblicitario per fondare il marchio e quindi anche un nome. La scadenza per la consegna della stampa era proprio nel mezzo del casino del processo di produzione. Mentre discutevamo di fili ecologici, della pelle giusta o dell’uso del feltro al posto dei tessuti sintetici, avevamo la radio in sottofondo. Phil Collins: “Oh think twice, it's another day for you and me in paradise”. Era lui, avevamo il nome. Think!

Le scarpe Think! sono scarpe di lusso?

Bella domanda! Per molte persone sì. Ma cos’è il lusso? So che le nostre scarpe non sono economiche. Ma non siamo un brand di lusso. Voglio che le nostre scarpe abbiano un buon prezzo, per il quale ci sia in cambio un valore.

Non sono un artista ma mi vedo come un artigiano creativo che fa scarpe per persone vere.

Quanto tempo occorre per sviluppare una scarpa Think!?

Una scarpa completamente nuova? O una nuova versione di un modello che c’è già? La forma è la cosa essenziale, i tempi di produzione sono tecnicamente molto lunghi. Lo sviluppo di una scarpa, dalle prime idee ai prototipi, necessita di minimo 6-8 settimane.

Per questo deve quadrare tutto. Non sono un artista ma mi vedo come un artigiano creativo che fa scarpe per persone vere.

E quanto dura una scarpa Think!?

Dipende da come la tratti, dallo spessore della suola e dall’uso che ne fai (c’è chi le strascina le scarpe, ad esempio), sicuramente più della media. Discorso a parte per le scarpe professionali con tallonetta in acciaio.

Quali sono i momenti più sfidanti della sua giornata?

Le sfide creative mi mantengono in vita, mi piace la pressione delle scadenze. Sono per lo più i banali “pasticci di tutti i giorni” (consegne sbagliate, porte lasciate aperte, luce non spenta) che sfidano i miei nervi.

E i momenti più belli?

Quando le cose che ti eri creato nella tua fantasia funzionano, quelle cose che esistevano solo nella tua testa e un giorno sono reali, lì davanti a te. Questo “così lo volevo e così è” è il momento più bello di tutti.

 

 

Origine & artigianato

Nella Innviertel, a ovest dell’Alta Austria, dove il Massiccio Boemo si estende collinoso e boscoso fino al confine bavarese, lì c’è la Sauwald. In questo luogo, l'artigianato delle calzature ha un lunga tradizione e lo stesso vale per Kopfing im Innkreis, dove Martin Koller, figlio di una dinastia di calzolai bicentenaria, non si capacitava del fatto che “le scarpe per la salute del piede fossero così spaventosamente antiestetiche”.

L’intenzione di voler cambiare questa tendenza e creare scarpe particolari, ecologiche e dalla vestibilità perfetta non gli ha dato più tregua. E nel 1990, la prima scarpa Think! lascia l’officina di Martin Koller.

Oggi a Kopfing ci sono le fonti d’ispirazione e i centri di pensiero della nostra azienda. Le scarpe vengono realizzate dalle migliori artigiane e i migliori artigiani della pelle, esclusivamente nelle nostre aziende partner di lunga data in Bosnia, Italia, Ungheria e Romania. Sono necessarie fino a 200 fasi di produzione (quasi tutte manuali) per ottenere una scarpa Think! fatta con passione, pelle e altri materiali naturali. Le nostre scarpe sono fatte a mano secondo la tradizione e soddisfano gli standard più alti. Le scarpe Think! fanno bene ai piedi e sono fatte a mano.

Intervistiamo Martin Koller

Di idee straordinarie, piccoli momenti di felicità e una vita senza congiuntivi.

Chi c’è dietro Think!? Come ragiona il fondatore del marchio, cos’è importante per lui e con che consapevolezza va al lavoro ogni giorno?

Abbiamo incontrato Martin Koller, che ci ha risposto e ci ha rivelato cos’è per lui l’ispirazione, perché fa il suo lavoro come lo fa, quali scarpe indossa nella sua vita di tutti i giorni e cosa c’entrano gli indiani in tutto questo.

Chi è e da dove viene?

Nessuno qui mi conosce (ride).

Ho sempre evitato di espormi pubblicamente, per questo l’azienda si chiama Think! e non Martin Koller Shoes. Non sono una star, sono solo il fondatore del marchio Think!. L’azienda l’ho pure ereditata dai miei genitori.

Qual è la sua idea?

L’idea all’origine di Think! è nata alla fine degli anni ‘80, inizio anni ‘90, con la domanda: perché le scarpe comode devono essere brutte? Ci sono sempre stati solo due tipi di scarpe: belle e per lo più scomode oppure brutte e comode. Le scarpe comode sono sempre state brutte. Grigie, beige, le classiche scarpe da gattara che dà da mangiare ai piccioni al parco.

Già io per me ho sempre voluto scarpe comode che però fossero anche un po’ più carine rispetto allo standard che c’era. Le mode che vanno e vengono non mi hanno mai interessato, ho sempre voluto qualcosa di unico, strambo, originale. Poi Think! per principio si è sempre schierata contro l’utilizzo di sostanze nocive, abbracciando la sostenibilità, ha sviluppato una sua calligrafia, per non parlare dei piccoli dettagli straordinari.

Ha un mantra?

Non ho mantra da appendere alla parete ma mi piace la frase: “L’amore non è una sensazione, l’amore è una scelta”. Vale per tutti i campi della vita, è molto significativa. Pensandoci, mi piace fare riflessioni filosofiche durante le mie giornate.

“L’amore non è una sensazione, l’amore è una scelta”

È ambizioso?

La mia energia confluisce tutta sulle mie pretese verso i miei prodotti. Non posso finire una collezione solo perché ho una scadenza e quindi “lascio perdere”. Lavoro fino all’ultimo secondo perché voglio dire: ho dato tutto per soddisfare le mie pretese. Non voglio darmi l’impressione che sia stato facile.

C’è qualcosa di cui va particolarmente orgoglioso?

Non mi piace la parola “orgoglioso”. Di solito sono allegro, felice, grato. Posso essere orgoglioso solo per quelle cose che riesco a fare completamente da solo, senza alcun aiuto o fortunate coincidenze. Ma non credo ci sia stato mai qualcosa che abbia fatto senza stimoli e supporto dall’esterno. La cosa giusta al momento giusto è sempre accaduta con le persone giuste. Se non avessi avuto l’azienda dei miei genitori, la proroga del prestito che ebbi allora dalla mia banca e senza i miei collaboratori e fornitori non sarei qui dove sono oggi. Think! è il frutto del lavoro di un team, non di un solo uomo.

C’è qualcosa che farebbe diversamente se potesse?

Guardando indietro non cambierei niente. Certo potrei smettere quando voglio, anche domani, ma la domanda è: lo voglio? Non ha senso parlare dei se e dei ma. La vita è adesso. Non c’è niente di cui mi pento. Per me ha sempre funzionato. Rifarei le cose esattamente come le ho fatte.

La vita è adesso.

Qual è la cosa più importante del suo lavoro?

Domanda difficile. So qual è la cosa più bella ma non qual è la cosa più importante. La più bella è quando una cosa funziona proprio come te lo eri immaginato, quando riesco a concretizzare le mie idee in tutto e per tutto. In testa ho l’idea di base, il materiale, il colore di una scarpa. E quando esce esattamente così come la volevo, quando la fantasia diventa realtà, quando una scarpa sta bene al piede e non solo nella scarpiera, tutto questo è impagabile. Quel momento speciale in cui dico: sì, è una scarpa figa.

Per ottenere un buon risultato bisogna provare e riprovare e ricambiare.

Dove trova l’ispirazione?

Credo che bisogna interessarsi a tante cose, solo così puoi trovare l’ispirazione. Devi essere aperto. Se ti interessa qualcosa nella vita, approfondiscila. A me interessa l’arte, l’architettura, l’arredamento d’interni, leggo i giornali più strani.

È l’ispirazione che trova me. Vedo qualcosa e penso: “Wow, figo”. Mi dò molto da fare. Gioco con le idee, sulla mia scrivania sembra sia esplosa una bomba, penso a qualcosa poi la abbandono, è così che mi vengono le idee su cosa posso fare. Non ci sono posti magici, nessuna stanza sterile dell’ispirazione.

Per ottenere un buon risultato bisogna provare e riprovare e ricambiare. Come si fanno 10 scarpe fantastiche? Ti servono 100 idee fantastiche e poi devi cestinarne 90.

Quante paia di scarpe possiede?

Cinque paia identiche. Tutte nere. Poi un paio di sneaker, un paio di scarpe da montagna e le ciabatte per stare in giardino. Mi occupo tutto il giorno di moda e colori, discuto con il mio team per mezz’ora sulle varie tonalità di blu, ma nella mia sfera privata mi piace avere la massima semplicità.

Cosa significa per lei qualità?

È difficilissimo definire la qualità. Molti definiscono la qualità con la durata. È ovvio che una scarpa debba durare. Ma la robustezza non è neanche l’unica caratteristica. Sicuramente delle scarpe eleganti in pelle scamosciata non sono propriamente adatte per andare a raccogliere i funghi in mezzo all’umidità del bosco. Una camicia di cotone scadente del discount è più resistente di una camicia in pura seta. Ma per questo ha una qualità migliore? C’è questa definizione di “aspetto pregiato”: che dovrebbe significare? Una cosa o è pregiata o lo sembra. Qui da Think! foderiamo le nostre scarpe con la pelle anche dove non si vede. Per me qualità significa non scendere a compromessi.

Per questo cerchiamo di produrre la scarpa migliore secondo i nostri criteri. Certo non potrà essere speciale per tutti. Forse non starà bene al piede. Non esiste la migliore scarpa del mondo.

Per me qualità significa non scendere a compromessi.

Che significa per lei sostenibilità?

Sostenibilità è: comprati meno scarpe. Buttane di meno. Suona radicale, lo so, ma credo che dovremmo proprio allontanarci dal consumo veloce. Come azienda facciamo attenzione ai materiali e ai processi che usiamo. La sostenibilità è più che una coscienza pulita, è un atteggiamento.

Qual è la sua occupazione preferita?

Professionalmente, fare scarpe. Privatamente, viaggiare e scoprire nuove cose.

Da dove vengono i nomi delle scarpe Think!?

20 anni fa erano i nomi di tribù indiane, poi i nomi di spezie, finché non sono esauriti, dopodiché siamo passati all’opera e alle espressioni dialettali. Non c’è un sistema, sono nati spontaneamente.

Perché Think! si chiama Think!?

Quando abbiamo cominciato con questo marchio, sostanzialmente ero un ragazzino che non aveva mai lavorato in agenzia ma si era occupato sempre e solo di fare scarpe. Avevo 23 anni quando ho dovuto procurarmi il materiale pubblicitario per fondare il marchio e quindi anche un nome. La scadenza per la consegna della stampa era proprio nel mezzo del casino del processo di produzione. Mentre discutevamo di fili ecologici, della pelle giusta o dell’uso del feltro al posto dei tessuti sintetici, avevamo la radio in sottofondo. Phil Collins: “Oh think twice, it's another day for you and me in paradise”. Era lui, avevamo il nome. Think!

Le scarpe Think! sono scarpe di lusso?

Bella domanda! Per molte persone sì. Ma cos’è il lusso? So che le nostre scarpe non sono economiche. Ma non siamo un brand di lusso. Voglio che le nostre scarpe abbiano un buon prezzo, per il quale ci sia in cambio un valore.

Non sono un artista ma mi vedo come un artigiano creativo che fa scarpe per persone vere.

Quanto tempo occorre per sviluppare una scarpa Think!?

Una scarpa completamente nuova? O una nuova versione di un modello che c’è già? La forma è la cosa essenziale, i tempi di produzione sono tecnicamente molto lunghi. Lo sviluppo di una scarpa, dalle prime idee ai prototipi, necessita di minimo 6-8 settimane.

Per questo deve quadrare tutto. Non sono un artista ma mi vedo come un artigiano creativo che fa scarpe per persone vere.

E quanto dura una scarpa Think!?

Dipende da come la tratti, dallo spessore della suola e dall’uso che ne fai (c’è chi le strascina le scarpe, ad esempio), sicuramente più della media. Discorso a parte per le scarpe professionali con tallonetta in acciaio.

Quali sono i momenti più sfidanti della sua giornata?

Le sfide creative mi mantengono in vita, mi piace la pressione delle scadenze. Sono per lo più i banali “pasticci di tutti i giorni” (consegne sbagliate, porte lasciate aperte, luce non spenta) che sfidano i miei nervi.

E i momenti più belli?

Quando le cose che ti eri creato nella tua fantasia funzionano, quelle cose che esistevano solo nella tua testa e un giorno sono reali, lì davanti a te. Questo “così lo volevo e così è” è il momento più bello di tutti.